Il nostro attore Matteo Baroni al Teatro di Granarolo!
Matteo Baroni, scoperto dalla nostra agenzia durante il workshop con il regista Simone Godano, ha partecipato allo spettacolo “La lupa”, di Tiziana Mantovani. Si ispira a una storia vera accaduta in tempi di guerra e ha il proposito di mettere a nudo la fragilità umana, così da capirla.
Abbiamo fatto qualche domanda a Matteo su questa sua esperienza.
"La Lupa", da cosa deriva questo titolo?
Il titolo si ispira al nome con cui un famoso partigiano era stato soprannominato durante l'occupazione nazista, "Lupo". Le due protagoniste femminili, Lucia e Tosca, hanno dei vissuti molto diversi. Ciò che le accomuna è somigliare a un lupo, nell'animo e nella forza.
Di cosa parla, in breve, questo spettacolo?
Lucia, in fuga da un evento drammatico accaduto sulle colline di Bologna nel settembre del 1944, trova un rifugio nella casa di una prostituta, Tosca, che la assume come governante (c’è anche un gioco di parole: i lupanari erano le case delle prostitute). Il protagonista maschile è Carlo, amico di Tosca, un uomo ambiguo che si intromette nelle loro vite rompendo il loro precario equilibrio.
I personaggi di questa storia sono reali. La storia di questi personaggi è in parte frutto di immaginazione. L’amore e il dolore che hanno vissuto è scolpito nella memoria.
Qual è lo scopo e la storia dello spettacolo? E del tuo personaggio?
È un testo originale che si ispira a una storia vera.
Tutto è cominciato con un viaggio in ambulanza in cui Raffaella, una delle interpreti, ha soccorso una sopravvissuta di guerra. Nei giorni successivi a questo casuale soccorso, grazie a una conoscente in comune, le fa recapitare una lettera in cui le scrive che avrebbe avuto desiderio di conoscerla
La sua voce e il suo racconto hanno ripercorso quel viaggio, per qualcuno di sola andata. È da questo incontro che si ispira la sceneggiatura di Tiziana Mantovani: in questa storia non c’è la presunzione di raccontare la verità, ma di mettere a nudo la fragilità umana, in tutte le sue più cupe sfaccettature. Il racconto di Lucia ci ha lasciato una grande eredità e un messaggio potentissimo: “la guerra non è solo morte se si ha la forza di scegliere la vita. Se si ha il coraggio di perdonare.
Riguardo al mio personaggio, possiamo dire che fosse un ruolo ambiguo e anche per questo l’ho apprezzato molto. In sostanza interpreto un traditore tedesco, un antagonista che finisce per trarre in inganno anche il pubblico.
Che sensazioni ti ha trasmesso questa esperienza attoriale?
Questa esperienza mi lascia sicuramente con sensazioni molto positive. Non avevamo mai lavorato con il regista Francesco Brandi, e posso dire di essermi trovato molto bene. Il lavoro di improvvisazione fatto insieme a lui e gli altri attori mi ha permesso di entrare nel personaggio e renderlo “mio”. Non avevamo mai lavorato con lui prima e siamo molto soddisfatti.
Una delle cose più emozionanti è sicuramente la presenza di un testo nuovo: qualcosa di fresco, una storia che ancora non era stata raccontata, pronta a raggiungere un pubblico per la prima volta.
Che sensazioni pensi di aver trasmesso al pubblico?
L’inganno soprattutto, come mi è stato detto da gran parte del pubblico. Alcuni addirittura dicono che fossi diventato odioso.
Non si può dire che il personaggio non abbia funzionato: da qui l’ambiguità intrinseca dell’interpretare un antagonista, che prende vita in te mentre indossi i suoi panni.
Abbiamo infine colto l’occasione per un paio di domande riguardo a Flare Agency.
Sei venuto a conoscenza di Flare Film durante il workshop con Simone Godano; com’è stata la tua esperienza?
Sì esatto, la mia esperienza è stata molto positiva e per questo mi ha fatto piacere quando mi è stato proposto di entrare in agenzia.
Il cinema è molto diverso dal teatro; tu da quale contesto provieni? Preferisci recitare su un palcoscenico o davanti ad una telecamera?
La mia formazione inizia a teatro tanti anni fa, e tuttora continua. Infatti tornerò in scena il prossimo 15 aprile e anche a fine giugno. Da qualche anno mi sono messo in gioco anche nel mondo del cinema e mi piace molto anche così, non saprei proprio quale contesto scegliere perché mi piacciono molto entrambi.