GIORGIA DE BASTIANI IN “POTEVO FARMI SANTO”
La nostra attrice Giorgia De Bastiani ha partecipato al film “Potevo Farmi Santo”, diretto dal giovanissimo regista Romeo Pizzol e prodotto da Onda Film. Le abbiamo chiesto qualcosa sul suo personaggio e ciò che le è rimasto da questa esperienza ed ecco cosa ne pensa:
“Interpreto il personaggio di Jolanda Baldassari, una donna molto vicina a Don Pippo che ha fatto molto per la sua città e per le donne in generale. Un personaggio forte, di grande personalità, con valori umani e cristiani molto profondi. È stata la mia prima vera esperienza cinematografica e ho avuto la fortuna di lavorare con Onda Film che, oltre alla professionalità, ha dimostrato molta umanità nel mettere gli attori sempre a loro agio creando la giusta atmosfera per lavorare concentrati, ma sereni. È stata un'esperienza che non dimenticherò mai e che, spero, sia la prima di molte altre perché tutte le volte che mi trovo su un palco o su un set e "mi intrufolo" nella vita e nelle emozioni del mio personaggio, sento di essere nel posto giusto, sono a casa, e non vorrei essere da nessun'altra parte del mondo.”
Oltre a lei abbiamo avuto modo di intervistare il regista Romeo Pizzol, che ha dato vita a questo progetto ambizioso ed ha condiviso con noi qualche informazione in più riguardo al film.
Chi è Don Pippo?
“Monsignor Giuseppe Prati, chiamato con affetto "Don Pippo", è un personaggio molto importante per Forlì. Nella prima metà del Novecento ha contribuito a rendere la città un luogo d'incontro e di dialogo, con la sua attività di giornalista, educatore, parroco e musicista. Molti dei suoi allievi, cattolici e non, sono passati a loro volta alla storia. Come ad esempio il drammaturgo Diego Fabbri, interpretato nel docufilm da Duccio Bastianini, il missionario Francesco Ricci, interpretato da Alex Ravaglia e la consigliera comunale Jolanda Baldassari, interpretata da Giorgia De Bastiani.
Da dove nasce l'idea di parlare di lui?
“Forlì non ha mai dimenticato Don Pippo e nonostante la sua grande umiltà quest’uomo è stato apprezzato e stimato oltre ogni misura, tanto da essere rinominato “il santo forlivese”. Si narra che il giorno della sua morte e quello della traslazione della salma in San Mercuriale, davanti alla chiesa ci fosse una fila di persone lunga diversi chilometri. Proprio in occasione del settantesimo anniversario della morte, ricorso il 9 novembre 2022, è stato avviato il progetto di realizzare un docufilm, in modo da perpetuare la memoria di quest’uomo. L’intento non è celebrativo, il tono resta semplice e popolare, lasciando la scena non a Don Pippo (che non avrebbe mai accettato di comparire sotto i riflettori) ma ai personaggi storici che lo hanno conosciuto e che raccontano di quest’uomo e della città di Forlì.”
Com'è stato dirigere un set? Era la tua prima volta?
“Sono reduce da un’ottima scuola, la Pasolini di Roma, e ho avuto alcune esperienze di scrittura e direzione di piccoli cortometraggi. Questa è stata la prima esperienza da regista per un lungometraggio. Sicuramente è più impegnativo, per via di un numero maggiore di elementi da tenere sotto controllo. Ma è anche incredibilmente interessante per le potenzialità, le dinamiche e la qualità che offre la gestione di una troupe più numerosa. Sono anche molto soddisfatto dei professionisti con cui ho collaborato, tutti giovani e molto in gamba. In particolare il D.O.P. Simone Aldrigo, il camera assistant Giacomo Piccolo e il fonico Federico Sarcone.”
Che consiglio daresti a chi vuole intraprendere questa carriera?
“Il mio consiglio per chi vuole intraprendere questa carriera è quello di non aspettare l’idea o l’occasione giusta, ma di fare. Lanciarsi in progetti, anche piccoli, è il miglior modo per imparare e per scoprire che ogni occasione è giusta e che le idee si trasformano in cose nuove, inaspettate e belle.”
Puoi salutare i nostri lettori?
“A tutti i lettori di Flare News: fate i bravi e fatevi santi. Un saluto!”